Scuola: chi vive in famiglie svantaggiate ha voti più bassi
12 Gennaio 2021
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Ha fatto parlare a Settembre l’annuncio da parte del noto Liceo “Manzoni” di Milano, di dare la precedenza agli studenti che avevano ottenuto la media del nove o del dieci in italiano, matematica e inglese in seconda media e risiedono nel centro di Milano.

Da questa scelta infelice e discriminatoria, poi mitigata, del liceo milanese ci siamo prodigati in una riflessione: chi è che ha voti più alti a scuola?

I rapporti INVALSI del 2019 sono giunti in nostro soccorso e ci mostrano come effettivamente lo status socio economico familiare influenzi l’andamento scolastico dei figli.

Confrontando la distribuzione degli studenti appartenenti ai quattro spaccati socio-economici, dove il primo è composto da chi proviene da contesti più svantaggiati, mano a mano che si sale con i voti la quota di ragazzi da famiglie meno avvantaggiate che li raggiunge si assottiglia.

Ad esempio, fra gli studenti della terza media, la quota di chi si ferma al livello più basso di abilità in Italiano, è composta per il 24,9% dai ragazzi più svantaggiati, mentre la quota di alunni benestanti che si ferma a livello 1 rappresenta solo il 3,7% del totale. Al contrario a raggiungere il livello 5 sono per il 3,4% gli alunni del quartile svantaggiato e il 21,4% degli alunni provenienti da famiglie più benestanti. In Matematica le cifre sono, rispettivamente, il 28,1% e il 6,3% al livello 1 di abilità, e il 7,2% e il 30,4% al livello 5 di abilità.

Tuttavia ci sentiamo di dire che l’inclusione sociale è questo: non lasciare indietro proprio chi ne ha più bisogno.

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